lunedì 28 ottobre 2013

Sexy e in forma con la Polexgym

Sexy e in forma con la Polexgym

Una ginnastica completa a carico naturale che da un lato aumenta la forza e l’elasticità, dall’altro aiuta a sentirsi più sensuali

Un’icona del mondo del fitness, Titty Tamantini, con un passato da ginnasta e un presente da tecnico federale FGI e insegnante a 360°, scommette su una disciplina che, al posto dei classici pesi e bilancieri, utilizza una pertica. Il metodo di insegnamento da lei ideato prende il nome di Polexgym®.

Come e perché è nata l’idea di introdurre la pertica in una lezione di fitness?

Nel 2003 cercavo qualcosa di diverso da proporre nelle palestre, il mercato era saturo e mancavano idee innovative. Un mio amico e collega mi propose di creare una lezione utilizzando una pertica… Al principio rimasi un po’ colpita da questa strana idea, ma mi piacque subito e cominciai a creare una lezione e compresi ben presto il suo potenziale.

Quanto è diffusa la Polexgym® in Italia?

Nel nostro paese la disciplina della pole dance è in fase di espansione e il mio biglietto da visita è divulgare il metodo Polexgym® , applicato alla pole dance, sia nelle scuole di pole dance già avviate sia in quelle interessate ad introdurre dei nuovi corsi con un criterio di insegnamento graduale.

Che differenza c’è tra la Pole dance e la Polexgym®?

Non c’è differenza. La Polexgym® è un metodo di insegnamento che segue le stesse tecniche della Pole dance, ma ha una cosa in più: è studiata in modo graduale, per far accostare tutti alla disciplina senza limiti di età.

Perché, secondo te, si tratta di una disciplina vincente?

Tutte le persone si divertono e le donne si sento più belle e in forma in poco tempo.

Come si svolge una lezione per principianti?

Spiegando i passi base più semplici. La parte più importante è la postura, ossia mantenere una posizione eretta partendo da una semplice camminata sulle mezze punte attorno alla pertica con eleganza. La struttura di una lezione di Polexgym® segue le caratteristiche di un riscaldamento di fitness con, in più, il sex appeal. Si utilizza da subito la pertica, iniziando il riscaldamento delle grandi fasce muscolari; questa parte ha la durata circa 30 minuti; successivamente si svolge un lavoro più tecnico, con trazioni al palo e tenute con le gambe; questa parte è fondamentale per allenare la forza sulle braccia e sulle gambe, ma senza esagerare per non demotivare il cliente, perché inizialmente non si ha la forza per tirare su il proprio peso, ci vuole allenamento. Poi si vanno a spiegare le prime pose più semplici sul palo, come ad esempio il pompiere e il sitting the pole che, per scherzare, viene chiamato in italiano la segretaria, perché si sale sul palo accavallando le gambe come una segretaria carina dietro ad una scrivania. Infine, dopo aver scelto una bella musica, ci si diverte con la creazione di una coreografia che include le posizioni tecniche appena apprese e, alla fine della lezione, allunghiamo i muscoli.

Dopo quanto tempo si riesce a eseguire correttamente gli esercizi?

Questo dipende dal tipo di posa. In base alla mia esperienza ho costatato che dopo solo 4 lezioni le allieve riescono a fare i passi base, dopo 8 lezioni riescono a salire senza problemi tenendosi con le gambe al palo con movimenti semplici.

Qual è la parte più divertente della lezione per le tue ‘allieve’?

Bisognerebbe chiederlo a loro… Ho notato però che quando riescono ad eseguire una posizione o un movimento in modo corretto, sono felicissime, ma anche durante il riscaldamento si divertono.

Qual è la parte più difficile per loro?

Il movimento e la posizione più difficile all’inizio è portare in alto le gambe nella posizione staddle v. Poi ci sono tanti limiti personali come “a testa in giù” o scendere dalla pertica in verticale, ma piano piano si superano la paura e le difficoltà iniziali.

Quanto c’è di ginnastica e quanto di gioco erotico nella lezione?

Direi l’80% per me equivale alla parte ginnica, il resto, più che erotico, lo definisco sensuale.

Tu affermi che si tratta di una disciplina aperta a tutti, ma non credi che il dover indossare shorts e top possa scoraggiare chi non si sente propriamente in forma?

Questo può capitare all’inizio, quando devi prendere confidenza con la disciplina. Poi le donne, anche se non hanno un fisico perfetto, non si creano più problemi, perché sono consapevoli che con l’allenamento otterranno un corpo più tonico. In ogni caso, generalmente la lezione si svolge in una sala con la porta chiusa e con le luci soffuse. Inoltre, siamo donne in maggior numero e se ci sono uomini che partecipano alle lezioni, nessuno si crea problemi.


domenica 27 ottobre 2013

thai fit





Thai fit
Tirare calci e pugni a un sacco mescolando gli schemi motori marziali e il fitness.
La Thai Fit consente di scaricare le tensioni e di sentirsi dei veri guerrieri
Thai Fit è il nome di un format che racchiude in sé alcune prerogative delle arti marziali ed altre proprie delle discipline del fitness. La tecnica degli sport da ring (muay thai, kick boxing e boxe) entra nelle sale corsi dei centri fitness e dà vita a un corso marziale musicale molto originale. “Fondendo musica travolgente, schemi motori marziali e con l’ausilio di un sacco è nata questa disciplina”, spiega Alexander Vega, Direttore generale di Thai Fit Italia, “che non è coreografata come i vecchi metodi che utilizzano il sacco ma composta da combinazioni vere tratte da Combo di Martial Arts, così si impara a colpire il sacco con braccia e gambe, come i veri campioni!”.

Le caratteristiche della lezione
La struttura della lezione di Thai Fit prevede alcune fasi specifiche: il riscaldamento, lo stretching in piedi, la parte centrale della lezione con combo allo specchio e ripetute al sacco con entrambe le guardie, dove si alterna tecnica e potenza e dove si allena la coordinazione motoria, poi segue una fase dedicata agli addominali e, infine, stretching finale a terra e in piedi. La musica che scandisce il tempo della sessione allenante è molto importante, come sottolinea Vega: “Nelle lezioni di Thai Fit si usa solo musica prodotta da Thai Fit. La musica è selezionata da brani inediti sul techno trance house che danno carica ed energia esplosiva, tutta mixata dai nostri dj di fama nazionale”.
La Thai Fit è giovane (è nata alla fine del 2010), la sua presentazione ufficiale è avvenuta alla fiera Rimini Wellness del 2011. Proprio per questo motivo, non è ancora molto diffusa nelle palestre italiane: “Ma abbiamo già superato le nostre aspettative e abbiamo tanti istruttori in varie parti d’Italia, dal Trentino fino alle isole”, assicura Alexander Vega. “Stiamo tenendo tantissimi corsi di formazione per dare la possibilità alle palestre di trovare validi istruttori Thai Fit e offrire questo nuovo fantastico corso ai propri iscritti”.
Il target
Chi può esercitare la Thai Fit? “Tutti coloro che abbiano voglia di divertirsi, ridere e imparare come si colpisce un sacco con energia senza farsi male”, garantisce il Direttore generale della disciplina. “Tutte le persone che vogliono eliminare le tensioni interne, che hanno voglia di sfogarsi e di sentirsi almeno per un giorno un piccolo guerriero e quanti sono sempre stati attratti dagli sport da combattimento ma che, per diversi motivi, non l’hanno mai provato e praticato”. Età e sesso non hanno alcuna importanza.


martedì 22 ottobre 2013

spinning






Lo spinning è un'attività aerobica/anaerobica di gruppo su bicicletta fissa.
Le parole "Spinning" "Spin" e "Spinner" sono marchi registrati.
È stato importato dagli Stati Uniti in Europa nel 1995.
Nato come preparazione in luoghi chiusi per il ciclismo su strada (indoor cycling), subisce un'evoluzione tecnica grazie al personal trainer di Los Angeles Johnny G. (la G sta per Goldberg il suo cognome).
Si pratica a varie velocità di pedalata, in genere con l'ausilio di un sottofondo musicale appropriato che accompagna di momento in momento il ritmo di pedalata.
La lezione si svolge in gruppo, con la guida di un istruttore che, pedalando anch'egli, detta i ritmi di pedalata.
Il programma Spinning è attuato da Istruttori certificati come Johnny G Spinning Instructor - JGSI -.
Si porta idealmente il ciclista in un immaginario viaggio in cui la concentrazione e il coinvolgimento facilitano la mente nell'alleviare il senso di fatica, in modo da aumentare le personali capacità fisiche.
L'uso del cardiofrequenzimetro è stato reso obbligatorio,come per qualsiasi altra attivita cardiovascolare.
Il ritmo della musica e la "resistenza" della bicicletta vengono variati per accompagnare delle immaginarie variazioni del percorso. In salita si utilizzano ritmi lenti con un aumento di resistenza della bike; la pedalata risulterà lenta e faticosa. L'istruttore guida l'allenamento cercando di ottenere il massimo dai pedalatori (detti spinmen).
Il pedalatore ha la possibilità di regolare autonomamente la resistenza, e quindi la difficoltà del percorso, secondo le personali capacità e il proprio grado di allenamento.
Le lezioni hanno una durata di massimo 50 minuti e producono un ottimo allenamento con un alto dispendio calorico migliorando non solo la potenza e la capacità lattacida ma anche il lavoro degli apparati cardio-circolatorio e respiratorio.


PANCAFIT





La metodica utilizzata in ambito posturale è l’attrezzo PANCAFIT. Tale attrezzo mediante un corretto utilizzo è capace di riequilibrare la postura agendo sulle catene muscolari attraverso l’allungamento muscolare globale decompensato, ossia privo di quei compensi che il corpo mette in atto per sfuggire ai dolori. Molteplici sono gli obiettivi che si possono raggiungere con l’utilizzo di tale attrezzo, tra questi vanno senza dubbio menzionati:


Diminuzioni delle tensioni muscolari
Aumento delle mobilità articolare, e della funzionalità del corpo
Benefici a livello venoso e linfatico ·Tonificazione muscolare
Miglioramento della posturaPanca fit

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lunedì 21 ottobre 2013

OLIT



 OLIT
 

Un allenamento che alza il livello della percezione del corpo e che offre benefici concreti a chi lo pratica.

Basato su quattro principi fondamentali, il controllo del movimento, la fluidità d’esecuzione, il controllo della respirazione e la concentrazione massima, il metodo Olit appare come un’affascinante danza al rallentatore che procura benessere al corpo e alla mente. Una disciplina estremamente performante che trae la sua linfa vitale dalle Arti Maestre come il Tai Chi e il Qi Kung e che nasce alcuni anni fa grazie a Silvia Pozzato, atleta, ballerina e coreografa italiana.

Come nasce Olit e per rispondere a quali esigenze?
“Olit nasce dall’esigenza di superare quelli che io consideravo limiti del Pilates, che insegnavo già più di dieci anni fa. Ballando Afro e avendo un buon rapporto con la percezione del movimento, ho sviluppato una lezione concepita a ritmo di musica e basata sulla circolarità e i movimenti a spirale che sono alla base delle Arti Maestre come il Tai Chi o il Qi Kung. Nel corso del tempo e con tanto studio è nata questa disciplina che rappresenta una contaminazione mai preparata a tavolino ma realizzata attraverso l’istinto dell’atto motorio. A POSTERIORI (ed insisto su questo) sono state esaminate tutte le “citazioni” dallo Yoga, dal Tai Chi, dal Qi Kung e persino dalla Capoeira come sequenze o posizioni naturalmente adottate dal corpo per passare da un movimento a un altro. Questo fa di Olit non un mix di varie discipline ma una presa di coscienza del muoversi secondo natura e in armonia con se stessi, cosa che vari tipi di sport e il Fitness hanno progressivamente ‘contaminato’.
Com’è strutturata una lezione base?
“È una lezione di 50/60 minuti che prevede uno sblocco e un ‘riallineamento’ iniziale con una successiva fase più allenante e una parte centrale dedicata all’esercizio dell’equilibrio puro. Una parte a terra conclude il tutto. Dall’esterno potrebbe sembrare una grande danza eseguita al rallentatore al ritmo di una musica fortemente emotiva. Una ‘danza’ molto energica però: le spinte con le mani e i piegamenti sulle braccia la dicono lunga sul suo aspetto performante. Per questo Olit è amata dagli uomini e soprattutto dagli atleti delle arti marziali”.
Si ricorre all’uso di attrezzi?
“Non si utilizzano attrezzi ma esclusivamente il carico naturale e molto… la Mente”.
Qual è la tua opinione in merito al boom dell’allenamento funzionale di questi ultimi anni? Olit rientra nella grande famiglia degli allenamenti funzionali?
“Negli anni in cui nacque il termine olistico era davvero raro sentirlo pronunciare nel nostro settore e di Olit veramente si potrebbe dire che sia la prima e completa disciplina olistica nata in Italia… Ha subìto infatti immediati tentativi di copia al suo esporsi ufficialmente sui palchi del mondo del fitness! Con alle spalle tanta Medicina Tradizionale Cinese e tanta esperienza sul campo, vanta oggi ben tre tesi di ricerca in ambito medico universitario. Utilizzato come metodo propriocettivo che ha elevato anche giocatori di golf al livello di campioni piuttosto che sollevato individui che hanno sempre combattuto con problemi legati all’autostima o al disequilibrio interiore, Olit è un percorso individuale vincente ed apprezzato oltre che un modo intelligente di allenare il corpo. Negli ultimi anni il boom del funzionale ha sicuramente rivalutato le attività cardiovascolari a carico naturale ma per quel che mi riguarda l’unico allenamento funzionale vantaggioso è quello che porta ad un Benessere della mente, dell’anima e del corpo. Quello fatto non per scaricare tensione, ma per ricaricarsi di energia”.
Olit in Italia
Il Lazio è al momento la sede centrale di sviluppo di Olit (Roma e l’Eschilo 1 rappresentano la sede fissa di Silvia Pozzato tutto l’anno) ma molti istruttori ben certificati si trovano in Lombardia, Piemonte, Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Trentino, Puglia, Sicilia, Sardegna e soprattutto in Veneto, dove il centro “Evolution” (via dell’Artigianato, 32 – Povegliano Veronese) gestito da Viktor Mardesic ed Elisa Bellaria, svolge un ruolo nevralgico per le formazioni di nuove leve.
 

mercoledì 16 ottobre 2013

omega 3



Numerosi studi sull’argomento rafforzano l’idea che questi integratori alimentari racchiudono svariati benefici
La nonna aveva ragione. Il vecchio olio di fegato di merluzzo, così disgustoso e così odiato dai bambini, dal dopoguerra in poi utilizzato dai nostri nonni, era il rimedio contro tutti i mali. Molte ricerche confermano il grande potenziale terapeutico derivante del vecchio olio di fegato di merluzzo, ovvero il suo principio attivo: gli Omega 3. Oggigiorno è impensabile poter ancora utilizzare l’olio di fegato di merluzzo, non tanto per le sue proprietà organolettiche, di cui tutti ricordano il retrogusto, ma per le componenti tossiche di quell’olio, contaminato dalle sostanze nocive contenute nei mari. Uno degli integratori più utilizzati oggi sono gli Omega 3 estratti dall’olio di pesce distillato e ultra filtrato a livello molecolare per arrivare ad un prodotto puro e concentrato, senza incappare nel pericolo di imbottirci di mercurio e altre sostanze inquinanti disperse nei mari.
Una definizione di Omega 3
Se si digita Omega 3 nel motore di ricerca scientifico Pub Med, si possono trovare fino a 22.445 studi scientifici pubblicati, e molti di questi mettono in assoluta evidenza le potenzialità di questo integratore alimentare. Prima di citare solamente una piccola parte di lettura scientifica recente, cerchiamo di fare chiarezza su cosa siano questi Omega 3 di cui sentiamo tanto parlare nelle riviste, nei giornali, in televisione. Quando parliamo di Omega 3, ci riferiamo alla grande famiglia degli acidi grassi. Dire acidi grassi non vuole dire grassi cioè di triacilgliceroli ma di catene contenenti un gruppo carbossilico, i quali a loro volta si dividono in: acidi grassi saturi (SFA), acidi grassi insaturi (MUFA) e acidi grassi polinsaturi (PUFA). Questi ultimi sono rappresentati da due sottogruppi: gli Ω3 e gli Ω6. Noi mammiferi siamo in grado di produrre, anche senza la loro introduzione, acidi grassi monoinsaturi e saturi, ma gli Omega 3 e Omega 6 sono acidi grassi essenziali e si possono introdurre solamente con l’alimentazione. I precursori di questi due omega sono l’acido linoleico (LA precursore dell’Omega 6) e l’acido alfa linolenico (ALA precursore degli Omega 3). Quindi la loro presenza all’interno della cellula è dipendente unicamente dalla dieta. Approfondendo l’argomento in maniera più specifica, per capire bene il metabolismo degli acidi grassi essenziali bisogna differenziarne i percorsi, visto che il metabolismo degli Omega 6 differisce completamente da quello degli Omega 3 e differiscono completamente anche gli effetti che a loro volta producono.
Alimentarsi in modo corretto
Prima di affrontare un passaggio più complesso però bisogna porsi una domanda determinante: ma perché questi Omega 3 e 6 sono così importanti all’interno della nostra alimentazione? La risposta è semplice: sono determinanti per l’equilibrio biochimico di due “super ormoni” ovvero gli eicosanoidi di tipo 1 o quelli di tipo 2. Questi eicosanoidi possono formarsi solamente da acidi grassi a 20 atomi di carbonio e, a seconda della posizione del doppio legame appunto, si legano a recettori diversi creando risposte diverse .
Ci tengo comunque a specificare che non esiste nulla di “buono” o “cattivo” nel nostro corpo, ma che tutto è utile

ed indispensabile a seconda del timing e della situazione specifica. Una cosa certa è che nella nostra alimentazione per eccessiva introduzione di Omega 6 si ha una eccessiva produzione di eicosanoidi della serie 2.
Il metabolismo degli acidi grassi (in particolare in figura quello degli Omega 6) dimostra come l’attivazione e l’inattivazione
 della Delta-5-desaturasi possa influenzare la formazione o meno di acido arachidonico (resposabile della formazione di tutti gli eicosanoidi “cattivi”) oppure la formazione da DGLA a eicosanoidi “buoni”. Quindi l’assunzione di Omega 3 attraverso l’utilizzo di olio di pesce concentrato non solo agisce come sostanza fondamentale per la costruzione e il mantenimento della fluidità delle membrane cellulari e la loro integrità, ma anche, come già conosciuto e dimostrato da tempo, permette di diminuire il rischio cardiovascolare, anche attraverso la diminuzione dei trigliceridi ematici e l’aumento del colesterolo Hdl.
Alcuni studi sull’argomento
Lo studio italiano del GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’infarto miocardico–insufficienza cardiaca) ha lavorato ampiamente in questo settore e ha dimostrato risvolti molto interessati riguardo l’utilizzo di Omega 3: mettendoli a confronto con l’utilizzo di una statina, hanno dimostrato che gli omega-3 proteggono dalla morte improvvisa dopo l’infarto e, in caso di insufficienza cardiaca, riducono anche l’eventualità di aritmie nei pazienti scompensati. Oltre all’importante studio GISSI che ha reso una equipe italiana famosa in tutto il mondo, ci sono una miriade di altri studi sulle potenzialità e gli effetti dell’integrazione alimentare con Omega 3. Le potenzialità di questi acidi grassi sono sempre più frequentemente oggetto di evoluzione e di studio, molto probabilmente perché questi acidi grassi agiscono su quei super ormoni che poi a loro volta provocano una cascata di reazioni infiammatorie o non.
Elenchiamo solamente alcuni studi tra i più recenti:
• Uno studio di ricercatori israeliani dell’università di Tel Aviv dimostra come gli acidi grassi Omega 3 inibiscano un gene specifico Apo E4 e l’invecchiamento cerebrale e di conseguenza l’insorgenza della malattia di Alzheimer.
• Un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Lipid Research dimostra come nell’alimentazione ci sia un eccesso di Omega 6 e una carenza di Omega 3 che induce poi all’obesità delle nuove generazioni.
• Il Dipartimento di Scienze Optometry and Vision, dell’università di Melbourne, Parkville, Victoria, Australia ha determinato che gli Omega 3 diminuiscono la pressione intraoculare che aumenta solitamente con l’avanzare dell’età (Invest Ophthalmol Vis Sci. 2007 Feb; 48 :756).
• Un articolo pubblicato su “Alzheimer e demenza” dimostra che prendere supplementi naturali di acidi Omega 3 nella mezza età migliora la memoria e le attività mentali in generale, prevenendo in qualche modo il declino neurologico che insorge con la comparsa del morbo di Alzheimer. È quanto emerge dallo studio pubblicato negli Usa, nel quale i ricercatori hanno seguito la salute di 485 persone dai 55 anni in su.
• Una ricerca dell’università del Wisconsin, pubblicata dalla rivista Archives of Ophthalmology, rivela che una dieta ricca di minerali e vitamine antiossidanti e Omega 3 provenienti dall’olio di pesce contribuisce a proteggere il cristallino.
• Uno studio canadese realizzato da molte università – Montreal, McGill, Laval, e Queen’s – su 432 volontari seguiti per quattro anni e pubblicato su Journal of Clinical Psychiatry indica che l’uso di integratori a base di Omega 3 su pazienti con depressione severa, resistenti ad alcuni antidepressivi e che non hanno disturbi d’ansia, dà buoni risultati.
• Da uno studio condotto presso il National Institute on alcohol abuse and alcoholism di Bethesda (Usa) da Joseph Hibbeln e pubblicato sul British Journal of Psychiatry è emerso che i grassi Omega 3, di cui è ricco il pesce, potrebbero ridurre l’aggressività, i comportamenti asociali e la violenza. La ricerca è stata condotta su due gruppi di 200 giovani reclusi.
• Una ricerca dell’Harvard Medical School (Boston, USA) diretta dal dottor Stacey Missmer e pubblicata su Human Reproduction ha concluso che un’alimentazione ricca di Omega 3 fa calare il rischio di endometriosi al contrario assumere molti grassi “cattivi” lo fa aumentare. Gli scienziati hanno osservato 70.709 donne, annotando salute e dieta seguita per 12 anni. È cosi emerso come a fare la differenza fosse la qualità più che la quantità dei nutrienti. Infatti, quelle che assumevano molti Omega 3 mostravano una vulnerabilità all’endometriosi inferiore del 22%. • Acidi grassi essenziali nei bambini possono incrementare le capacità di apprendimento se assunti sin dai primi mesi di vita. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition. I bimbi nutriti con una dieta ricca di DHA (acido docosaesaenoico) e l`AA (acido arachidonico), acidi grassi essenziali delle serie Omega 3 e omega 6, hanno imparato a sedersi con sette giorni di anticipo rispetto ai loro coetanei.
• Mangiare tre volte alla settimana pesci ricchi di grassi Omega 3 riduce del 26% il rischio di sviluppare lesioni cerebrali silenti, possibili responsabili di forme di demenza, e di andare incontro a ictus. Sono le conclusioni di uno studio condotto in Finlandia su 3.660 uomini e donne over 65, e pubblicato sulla rivista scientifica Neurology. Una protezione che scende al 13% se il consumo di pesci grassi si riduce a una volta alla settimana.
• Secondo uno studio statunitense i bambini piccoli se la cavano meglio nella risoluzione dei problemi se la loro madre, durante la gravidanza, ha inserito nella propria dieta un supplemento di acidi grassi Omega 3 e in particolare di acido docosaonico (DHA). I neonati sono stati seguiti per 9 mesi, durante i quali sono stati sottoposti a test cognitivi. Mediamente i bambini le cui mamme avevano assunto DHA ottenevano punteggi più alti. Questa è sola una limitata parte di letteratura che tratta di Omega 3. Essi possono essere assunti attraverso l’uso di integratori alimentari oppure attraverso l’utilizzo giornaliero di cibi ricchi di grassi essenziali e prodotti ittici, ma ovviamente dobbiamo tenere in considerazione che l’assunzione di pesce ricco di Omega 3 ha come effetto collaterale anche l’assunzione di metalli tossici e altre sostanze, mentre l’utilizzo di prodotti vegetali come fonte di acidi grassi è consigliata anche se l’utilizzo di ALA vegetale richiederebbe quantitativi molto grandi.


martedì 15 ottobre 2013

L'UOVO



L'UOVO

Al contrario di quanto si tende a pensare, l’uovo è un alimento ricco di proteine nobili, che non arreca problemi al colesterolo delle persone sane

Spesso, quando una persona si reca dal proprio medico di condotta e magari vede qualche asterisco negli esami del sangue, si sente dire che deve tenere sotto controllo una determinata categoria di alimenti. In questa categoria molto spesso bistrattata, troviamo l’uovo. L’uovo, secondo le credenze popolari, è un alimento da usare con moderazione, soprattutto per via del suo alto contenuto di colesterolo. Infatti il tuorlo dell’uovo contiene molto colesterolo (1200/1300 mg ogni 100 g) paragonabile alle cervella di alcuni animali, mentre la parte molto utilizzata dai frequentatori di palestre è l’albume, che non contiene colesterolo. Detto questo, parrebbe un ragionamento ovvio, se l’asterisco negli esami del sangue fosse proprio in corrispondenza del valore del colesterolo, che il primo pensiero e il primo consiglio sia: NIENTE UOVA, così si riesce ad abbassare il valore demonizzato. In realtà, poi, pensando alla frequenza con la quale si mangiano le uova – la maggior parte delle persone consuma tale alimento saltuariamente – tale ragionamento non trova quasi mai riscontro.
La verità sull’uovo
Andiamo a conoscere più da vicino questo alimento così dibattuto. L’uovo è la principale proteina in natura presa come riferimento per valutare il valore biologico (è un parametro di valutazione qualitativo e comparativo di una proteina in relazione al suo quantitativo di aminoacidi: la carenza di uno o più aminoacidi abbassa il valore proteico della proteina presa in analisi) di tutte le altre proteine, siano esse di origine animale, vegetale o di estrazione. Per questo viene molto utilizzato il bianco d’uovo dai body builder: per il basso tenore di grassi e il nullo contenuto di colesterolo insieme all’alto valore biologico. Il secondo pregiudizio legato all’uso dell’uovo riguarda la digeribilità, per cui secondo alcune credenze popolari il consumo di questo alimento porterebbe a un eccessivo appesantimento epatico e a un’aumentata difficoltà digestiva. A dire il vero, non mi è mai capitato di leggere studi che riportavano una difficoltà epatica-digestiva specificatamente legata al consumo delle uova, anzi la digestione delle uova si aggira tra l’ora e le tre ore al massimo, a seconda della quantità di grassi contenuti nel pasto stesso o del metodo di cottura. Si può affermare quindi che, contrariamente a quanto si crede, la digestione di questo alimento per l’alta concentrazione di proteine nobili sia più veloce rispetto alla carne che, tra l’altro, ha un valore biologico molto più basso (circa 69 vs 93 dell’uovo). La più grossa distorsione della realtà quando si parla di uova è, come detto, il legame con il colesterolo ematico.
I livelli di colesterolo ematico sono influenzati solamente per il 20% dal colesterolo esogeno e quindi, nella peggiore delle ipotesi, si potrà assistere ad un aumentato valore ematico di questa entità, ma niente di più o, come affermato da molte ricerche, l’assunzione di colesterolo alimentare non è in grado da sola di aumentare i valori ematici. Molti autori hanno pubblicato ricerche autorevoli indicando che la carenza parziale o totale di colesterolo esogeno, cioè quello assunto attraverso alimentazioni prive di colesterolo, non abbassavano i valori ematici del colesterolo come si era ipotizzato. Successivamente si è capito che la regolazione ematica del colesterolo (ma questo meccanismo si verifica per tanti altri processi fisiologici) veniva influenzata in maniera positiva proprio dal colesterolo alimentare. La produzione endogena che riveste l’80% del colesterolo totale è influenzata da quanto colesterolo si assume attraverso l’alimentazione. Infatti quando noi mangiamo alimenti contenenti colesterolo, in realtà pilotiamo il nostro corpo a produrne meno a livello endogeno e questo porta ad una riduzione del totale a livello ematico.
Questo meccanismo ha trovato spiegazione attraverso l’inibizione di un enzima (HMG-CoA-reduttasi) che, attraverso la sua attività, produce il colesterolo endogeno (il principale responsabile dell’ipercolesterolemia) ed è inibito dall’assunzione di colesterolo con gli alimenti. Attenzione però, questo tipo di enzima è stimolato anche da altri macronutrienti che poco o nulla hanno a che fare con le uova e con i grassi. L’enzima responsabile di tale meccanismo è anche il bersaglio dei farmaci utilizzati per diminuire il colesterolo ovvero le statine, e questo ci fa pensare al vecchio ma giusto principio che il cibo è un farmaco quotidiano.
Detto ciò, non mi spiego come mai possano ancora circolare voci demonizzanti legate a credenze popolari relative a questo alimento che ha ottime finalità plastiche e le cui numerose proprietà sono dimostrate da varie e talvolta bizzarre ricerche:
- Il “Journal American College of Nutrition” afferma che una colazione a base di uova aumenta la sazietà e riduce notevolmente l’assunzione di cibo durante la giornata.
- L’“International Journal of Obesity” in una ricerca afferma che la colazione a base di uova aumenta la perdita di peso.
- L’“European Journal of Clinical Nutrition” in una ricerca appositamente strutturata per correlare l’aumento del consumo di uova e il rischio di malattie cardiovascolari afferma:Nessuna associazione tra consumo di uova e l’incidenza di malattia cardiovascolare è stato trovato.
- Uno studio pubblicato su “Chimica degli alimenti” a novembre 2011 ha ipotizzato con una recente scoperta che all’interno dell’uovo siano contenute anche sostanze antiossidanti che possono combattere le malattie, abbassare la pressione arteriosa, le malattie cardiache e il cancro, e potrebbero quindi entrare nella categoria di alimenti che aiutano nel mantenimento della salute.
- Una ricerca dal Dipartimento dell’Agricoltura americano afferma che l’uso di un uovo al giorno non si traduce in un aumento dei livelli ematici di colesterolo, né in un aumentato rischio di malattie cardiovascolari nelle persone sane.
- Altro studio del Dipartimento dell’Agricoltura americano afferma che le uova di oggi hanno il 14% in meno di colesterolo rispetto alle uova del 2002 e il 64% in più di vitamina D, senza poi considerare che ora esistono anche le uova arricchite di omega 3.
- Uno studio della Harvard University che ha monitorato per 15 anni 120.000 persone ha dichiarato che non è stato accertato alcun aumento del rischio cardiovascolare tra quelli che avevano mangiato un uovo al giorno.
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è il residuo azotato che questo tipo di alimento comporta, ovvero l’utilizzo netto di azoto per la sintesi proteica generale che si aggira per l’uovo intero intorno al 48%, per l’albume d’uovo intorno al 16%. Questo ci deve far riflettere sul reale beneficio dell’utilizzo dell’albume d’uovo anziché dell’uovo intero. Molti sportivi utilizzano, come accennavo prima, l’albume dell’uovo per le sue proprietà ipolipidiche e per l’assenza di colesterolo, ma se consideriamo l’utilizzo di azoto che corrisponde al netto utilizzo della fonte proteica, ai fini plastici dobbiamo coscientemente valutare che l’uovo intero apporta un utilizzo di azoto molto superiore e soprattutto per gli sportivi il colesterolo è determinante per l’anabolismo e la sintesi degli ormoni sessuali.

Quanto detto fino a questo momento conferma che per le persone sane e per gli sportivi l’uovo è un ottimo alimento, principalmente un’ottima fonte di proteine nobili ma chissà che alla luce di nuove ricerche per questo alimento che tanto terrorizza e alimenta erronei luoghi comuni non si scoprano ulteriori benefici che possano permetterci di rilanciarlo al meglio in futuro.

domenica 13 ottobre 2013

BODY FIT


Con BodyFit le persone imparano a conoscere il proprio corpo, a percepire e rendere consapevole e controllato ogni singolo movimento. Questa sua dimensione anche olistica consente, in un lavoro di tonificazione globale, la fusione armoniosa di forza e agilità, con miglioramenti progressivi di coordinazione, reattività, equilibrio e flessibilità, nel rispetto dell’allineamento dei segmenti corporei.
In questa prospettiva, BodyFit si presenta come novità nel tradizionale fitness, impostato sul modello di allenamento in isolamento muscolare. Qui l’intero sistema-corpo si attiva e si allena in modo armonioso e naturale.

Con BodyFit usiamo il nostro “attrezzo” migliore
L’esigenza crescente di un corpo perfetto per tutti ha spinto il mondo del fitness a concentrare l’attenzione verso l’utilizzo di attrezzi  e macchinari atti a modellare, sviluppare e mantenere un corpo il più possibile vicino alla perfezione, perdendo forse di vista che di base il corpo umano è fatto per eseguire dei movimenti nello spazio su tre dimensioni, per sollevare e spostare oggetti, con prese e posizioni. Con BodyFit il corpo torna al centro dell’attenzione. L’allenamento si svolge a corpo libero o con l’ausilio di manubri da fitness, utilizzati anche per agevolare alcuni movimenti a terra e migliorare l’allungamento muscolare. In ogni seduta, si allena costantemente il “core”, ovvero la muscolatura addominale, condizione essenziale per un lavoro efficace e privo di traumi. Da qui il claim: il Fitness per fare BENE le cose SEMPLICI, TUTTI.
BodyFit nel panorama del fitness
Diversi programmi nel panorama nazionale e internazionale propongono metodologie di allenamento funzionale, ma BodyFit è un Format unico per metodo e caratteristiche. È tra i più semplici, sicuri ed efficaci programmi di allenamento funzionale orientato al wellness, basato sulla conoscenza delle potenzialità del corpo, senza l’utilizzo di attrezzature o macchinari ai quali rapportarsi. Questa scelta è stata dettata da un’attenzione al momento socio-economico; il fatto che non sia richiesto l’acquisto di attrezzature specifiche per l’inserimento del Format nei centri favorisce gli operatori del settore e facilita la formazione dei Trainer.
Benefici di BodyFit.
Un workout completo e corretto su ogni distretto muscolare, senza affaticamenti, con percezione del lavoro sul proprio corpo, studiato appositamente al fine di proteggere le articolazioni e la colonna vertebrale, per prevenire distorsioni e traumi muscolari, grazie all’accurata selezione degli esercizi e alla loro tecnica di esecuzione, che evita sovraccarichi, sollecitazioni, forzature e posizioni critiche.
Flessibilità del Format
BodyFit esplica le sue massime potenzialità sul lavoro delle catene muscolari fondamentali che realizzano concretamente lo schema posturale elaborato dal cervello. Perciò ha nel suo DNA la caratteristica di essere un Format molto flessibile e modulabile in funzione della classe e degli obiettivi specifici da raggiungere. In sinergia con la musica, diventa una lezione divertente e molto efficace, in grado di accelerare il metabolismo, grazie a fasi di intensità variabile, ma di impegno e allenamento costante.
Esistono varianti del Format, per utenze più esigenti e specifiche, come BodyFit H2O, il primo Fitness Funzionale Acquatico presentato nel 2012 e BodyFit OverAge che ha l’obiettivo di donare anche agli anziani una condizione di qualità migliore della vita. Spesso ci dimentichiamo di loro e una società nel 2013 non deve permettere una cosa del genere. Ed ora che stiamo andando verso la bella stagione… quale migliore occasione per vivere in sintonia con il nostro corpo e la natura? BodyFit Nature, Finess Funzionale Outdoor, si svolge all’aperto e ci riconcilia con gli elementi naturali.


mercoledì 9 ottobre 2013

pump

Pump
Cosa è ?


E’ una lezione di tonificazione con l’utilizzo di un bilancere al quale vengono aggiunti dei dischi per aumentare l’intensità di allenamento


Come si svolge


Ogni esercizio agisce su una zona specifica del corpo come bicipiti, tricipiti, dorsali, pettorali, gambe, migliorandone il tono e riducendone la massa grassa.La lezione è priva di coreografie ma utilizza sempre la musica per scandire il ritmo delle ripetizioni degli esercizi.


Effetti benefici


Permette di tonificare vari muscoli del corpo riducendo la massa grassa.


Controindicazioni



Sconsigliato alle persone con problemi alle articolazioni degli arti inferiori (Ginocchia Anche )..

martedì 8 ottobre 2013

step tone



Cosa è ?

Una lezione di step&tone permette di intervallare l’attività aerobica, grazie a semplici passi realizzati sullo step, a fasi di tonificazione con l’utilizzo di piccoli pesi.

Come si svolge

L’aggiunta di esercizi tonificanti permette di aumentare l’intensità e l’efficacia degli esercizi sullo step, coinvolgendo un maggior numero di fasce muscolari.

Effetti benefici

Una lezione di step & tone permette di svolgere un’attività aerobica brucia grassi ma, allo stesso tempo, di potenziare la muscolatura di tutto il corpo.

Controindicazioni


L’attività fisica è piuttosto impegnativa, sia dal punto di vista cardiaco che muscolare, quindi non è indicata per chi non è allenato o per chi soffre di particolari patologie.


martedì 1 ottobre 2013

L’OBESITA

L’obesità ha delle conseguenze che possono amplificarsi nell’età adulta. Il rischio per un bambino obeso di divenire un adulto obeso aumenta con l’età ed è direttamente proporzionale alla gravità dell’eccesso ponderale. In età prescolare il 26-41% resta obeso, in età scolare tale percentuale sale al 69% toccando l’83% per gli adolescenti.Un aspetto recentemente studiato è l’adiposity rebound (vedi highlight 1) Gli elementi chiave per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità, secondo l’OMS sono identificati nell’alimentazione corretta, nel ruolo delle famiglie e nell’attività fisica. Tendenzialmente vengono individuate 2 forme di obesità, indipendenti dai gradi di pericolosità:
- Obesità secondaria le cui cause sono collegate a malattie endocrine ed a caratteri geneticamente trasmessi.
- Obesità essenziale (più diffusa), eterogenea dal punto di vista eziopatogenetico, metabolico ed ambientaleI possibili meccanismi eziopatogenetici di obesità essenziale sono:
1) Organici: La possibile ingerenza di un difetto termogenico nell’eziologia dell’obesità è cosa controversa. Studi condotti su bambini obesi, che hanno perso molto peso, hanno evidenziato un MET simile a quello dei coetanei normopeso con la stessa % di FM. Quindi la minor termogenesi indotta dall’ingestione di cibo sembra conseguenza dell’eccessiva adiposità più che di un fattore indipendente.
2) Psicologici: Nell’obesità esogena vi sono fattori psicologici, tendenzialmente familiari. Molti obesi hanno una situazione familiare alterata. In particolare la madre gioca un ruolo dominante esercitando un innato controllo sul figlio, spesso incitandolo a nutrirsi in modo abnorme (ipernutrizione come parametro di misura affettivo). Ciò produrrà una resistenza postuma ad una forma di controllo alimentare.
3) Socio-ambientali: se ne possono evidenziare principalmente 3 : sedentarietà, difficoltà socio-economiche ed errato comportamento alimentare.
Tra i 3/5 anni vi è una stretta relazione tra introito calorico di madre e figlio. Le abitudini dei genitori giocano un ruolo fondamentale sul modo di alimentarsi dei figli. Studi americani mostrano una relazione significativa tra quantità di tempo che un bambino passa davanti alla TV e l’eccesso ponderale. Gli errori alimentari più comuni
1) prima colazione scarsa o assente
2) spuntini assenti o iponutritivi
3) consumo scarso o nullo di verdure e frutta
4) eccessivo consumo di salumi, dolci confezionati e bevande zuccherate
5) cibo da fast food, ad alto contenuto calorico.


L’indice di massa corporea, BMI (kg/h2) è proposto, anche per i bambini, come parametro di riferimento, applicando correzioni inerenti sesso ed età. Pertanto si calcola (vedi tabella 4) se un soggetto è in sovrappeso o obeso in maniera piuttosto matematica. È possibile acquisire inoltre pliche e circonferenze. Le pliche vengono repertate con il plicometro di Holtain utilizzando, nei bambini, principalmente la formula di Durnin-Womersley, indicata per l’adipe di tipo androide, nelle seguenti sedi:
a. tricipitale: verticalmente tra acromion e olecrano
b. bicipitale: verticalmente tra acromion e piega antecubitale
c. sottoscapolare: in senso obliquo caudalmente all’apice scapolare
d. sovrailiaca: in senso orizzontale cranialmente alla spina iliaca antero-superiore.
- Le circonferenze sono:
a. braccio: nel punto medio tra acromion ed olecrano
b. vita: triangolo della taglia
c. fianchi: massima circonferenza
- Possono essere inoltre valutati:
a. rapporto WHR: vita/fianchi (>1 nei maschi e > 0.8 nelle femmine) Il bambino deve poter scegliere il cibo, nel rispetto di un’alimentazione bilanciata. È importante che non giudichi la dieta ipocalorica come un’imposizione. Rilevante è poi la partecipazione della famiglia nel limitare l’introito calorico (max 30% in meno):
a. Fornendo pasti comunque sazianti
b. Limitando il consumo di grassi e proteine di origine animale (1:1 animali/vegetali)
c. Aumentando l’apporto di carboidrati ad alto assorbimento (60% di cui il 10% monosaccaridi)
d. Aumentando l’apporto di fibre.
e. Favorendo un’attività fisica che sia accettata
b. rapporto braccio/coscia (circa 1.1 nei maschi e 0.8 nelle femmine).

La pratica sportiva deve essere proposta in accordo con il bambino. Il trainer, oltre ad avere uno specifico bagaglio tecnico, dovrebbe riuscire ad individuare il giusto iter, e saper, quando necessario, proporlo sotto forma di gioco. È consigliabile la presenza dei genitori almeno per le prime sedute, in quanto risulta importante, per il bambino, avere il loro supporto emotivo, nonché la loro approvazione per quanto egli stia facendo. Il programma somministrato dovrebbe essere strutturato in maniera bilanciata ed efficace. Ovviamente, è richiesta la supervisione medica, coadiuvata da quella dietologica. Inizialmente è consigliabile far partecipare il bambino ad attività di gruppo, onde evitare un eccessivo carico psicologico e permettergli una libera socializzazione. In una seconda fase, il programma dovrebbe essere parzialmente individualizzato, formando dei gruppi aventi le medesime necessità e condizioni, incitando il raggiungimento di determinati obiettivi.