mercoledì 18 dicembre 2013

L’ALLENAMENTO COL “CICLO”

Il ciclo mestruale femminile è diviso in 3 fasi: fase follicolare, ovulazione, fase luteinica. Fase follicolare: inizia con il primo giorno della mestruazione e dura in media 14 gg. A livello ipotalamico ipofisario si ha nella prima parte: aumento di GNRH e FSH. A livello ovarico si assiste al reclutamento degli ovociti che cominciano ad accrescersi. Si assiste ad un graduale e progressivo aumento di estrogeni fino al picco che precede l’ovulazione.Ovulazione: avviene verso il 14°-16° giorno; appena prima si assiste ad un picco di produzione di estrogeni, che permette la maturazione finale del follicolo. Si ha inoltre un picco di LH.Fase luteinica: circa dal 16° al 28° giorno. A livello ipotalamico ipofisario si assiste alla diminuzione di GNRH, di FSH e LH. A livello ovarico si assiste a formazione e persistenza del corpo luteo (che produce PG). La sua vita media è di 14 gg se non si instaura una gravidanza. Si assiste ad un progressivo aumento di PG.
In relazione a quanto avviene al corpo femminile, Marco Venturi ha ipotizzato per comodità 3 fasi di allenamento:
1) La prima è una fase post mestruale: inizia il giorno seguente all’ultimo giorno di mestruo, la durata è di circa 9 giorni ed è denominata di capillarizzazione, svolta con pesi leggerissimi ed alte ripetizioni.
2) La seconda fase ha una durata di circa 9 giorni ed è rappresentata da un orientamento di forza, con basse ripetizioni e lavoro esplosivo.
3) L’ultima fase si potrebbe definire pre-mestruale e mestruale. Dura ancora 9 giorni, con allenamenti cardio aerobici o cardio localizzati, in funzione dell’esigenza del caso specifico.
La prima fase deve cominciare il primo giorno dopo l’ultimo giorno di mestruazioni. Come all’inizio di una fase di preparazione generale, si crea una fase di capillarizzazione, o di adattamento ad un nuovo ciclo (mestruale) che sta per iniziare. Questa fase, come detto, ha la durata di 9 giorni. La frequenza in questi nove giorni potrebbe essere la seguente:


A questo punto inizia la seconda fase che prevede anch’essa 9 giorni di programmazione. La frequenza in questi nove giorni potrebbe essere la seguente:



Segue poi la terza fase, quella detta premestruale o mestruale, sempre della durata dei canonici 9 gg. Questa fase può avere anche un’impostazione di lavoro specializzato su zone specifiche (negli esempi si è analizzata l’applicazione su un soggetto ginoide). Comunque secondo le caratteristiche e l’indole della persona questa fase può anche avere una connotazione da classica attività aerobica da svolgere sulle macchine cardio.

Da ribadire come questa terza fase possa anche avere una connotazione completamente aerobica con l’uso di sole macchine cardiofitness, infatti alcune donne hanno segnalato come “sgradita” l’attività con i pesi durante la fase mestruale. Volendo riassumere le fasi proposte e che fanno parte del metodo potrebbero essere:

Un’ipotetica (ma ideale) scomposizione per chi non ha problemi di frequenza allenante settimanale potrebbe essere:

Oppure, se ci troviamo di fronte a soggetti allenati ed abituati a ottime frequenze di allenamento, la scelta di programmazione potrebbe essere:



lunedì 16 dicembre 2013

BEVANDE LINGHT

NON PRENDIAMOLE ALLA “LEGGERA”


Le bevande light registrano alti dati di vendita: ma quali sono le loro specifiche? Perché vengono definite “leggere”? E possono essere nocive per la salute?
Da diversi anni la parola “light” è entrata nel lessico comune, collegando ad essa un concetto di alimentazione “sana”, ipocalorica, sinonimo di un regime di vita molto “trendy”. La denominazione è diventata così diffusa che anche il marketing spesso se ne appropria, facendo leva su tutte le motivazioni positive che nell’immaginario vengono collegate al termine light.
Quando un prodotto è veramente LIGHT
Secondo la legge 90/496/CE e 1924/2006 un cibo può denominarsi a ridotto contenuto calorico (o light o leggero) solo se il prodotto ha un contenuto calorico inferiore del 30% rispetto ad un prodotto similare ed occorre che vengano specificate le caratteristiche che provocano la riduzione del valore energetico o light dell’alimento. Per le bevande può essere usata la dicitura “SENZA CALORIE” solo se il prodotto non contiene più di 4 Kcal per 100 ml. È quindi logico che le bevande, non avendo normalmente un contenuto di grassi, ricerchino la dicitura LIGHT, concentrandosi sul contenuto di zuccheri e quindi sul contenuto calorico totale. Ciò si ottiene lavorando con i cosiddetti polialcoli (o Polioli) o con gli edulcoranti artificiali. I polialcoli hanno calorie ma sono assimilati solo in parte, quindi in realtà apportano un numero ridotto di calorie (mediamente 2,4 Kcal/g). Si tratta di prodotti come il Sorbitolo, Maltitolo, Xilitolo, ma purtroppo queste molecole hanno un basso potere dolcificante, mediamente inferiore al normale saccarosio. Discorso diverso per i dolcificanti di sintesi (Aspartame, Ciclamati, Saccarina, Acesulfame K ecc.) dove il potere dolcificante è di 100/40Cosa bere a Dieta0 volte.

Cos’è la DGA?
Come molti additivi, l’uso di questi edulcoranti è strettamente normato e quindi il loro consumo non deve mai superare la Dose Massima Giornaliera Ammissibile (DGA).
La DGA dei principali edulcoranti è:
DGA (mg/kg peso corporeo)
Saccarina                 5
Aspartame              40
Acesulfame K         9
Ciclammato            11
Logicamente, visto il loro peso contenuto, sono i bambini a correre maggiormente il rischio di andare oltre la DGA massimale. Rimane un dubbio relativo al fatto di consumare giornalmente alimenti diversi, ciascuno dei quali contiene un edulcorante sintetico diverso; il rischio di andare oltre alla DGA con ciascuna delle molecole è molto bassa ma certamente non è salutare usare grandi quantitativi, anche se di molecole diverse, di dolcificanti artificiali.
Secondo i dati di mercato, le bevande light manifestano un’impennata di vendita, nonostante il loro costo sia in media più alto rispetto alle bibite “tradizionali”; analogamente anche nel mondo del fitness la diffusione è verticale, al punto che alcune bevande di reintegro salino, dove in molti casi una piccola quota di zuccheri sarebbe potuta essere logica e ammissibile, hanno preferito seguire il marketing e proporre la formula “light”.
Le bevande light fanno male?
Confesso che anche io sono disorientato quando mi viene chiesto: “ma fanno male”? Il dato di fatto è che dolcificanti come l’aspartame sono stati più volte messi sul banco degli imputati e poi sistematicamente assolti. La preoccupazione è solitamente legata al potenziale rischio cancerogeno, ma la cosa che ha lasciato molti di stucco è che i ricercatori francesi dell’INSERM – Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale - abbiano affermato che il bere bevande light faccia aumentare di molto il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Lo studio riporta i risultati condotti su 66mila donne francesi ed è pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition. Lo studio è durato 14 anni durante i quali è stato monitorato lo stato di salute.
Nello studio si analizzava la prevalenza del diabete tra le donne che avevano bevuto entrambi i tipi di bevanda (zuccherata e dolcificata artificialmente) e coloro che avevano bevuto solo succo di frutta non zuccherato. L’aumento del rischio in generale, per entrambi i tipi di bevande dolci, era di circa un terzo per coloro avevano bevuto fino a 359 ml a settimana, e più del doppio tra coloro che ne bevevano fino a 603 ml a settimana. Le cose tuttavia cambiavano quando si analizzavano le differenze d’incidenza del diabete tra chi beveva le bibite zuccherate e quelle light. Tra chi beveva “light”, il rischio aumentava del 15%, a seguito di un consumo di 500 ml a settimana. Rischio che aumentava addirittura del 59% se si bevevano fino a 1,5 litri di bevanda light a settimana. Come ci si aspettava, tra le donne che bevevano solo il succo di frutta al 100%, non vi è stato un aumento del diabete.
Nonostante il clamore suscitato, lo studio è stato contestato nei modi di osservazione, ad esempio le abitudini alimentari dei soggetti non sono state adeguatamente considerate e aggiornate, così come non è stata valutata la famigliarità o la presenza di attività fisica. Altro grosso allarme ha suscitato uno studio condotto dalla Harvard School of Publich Health di Boston e presentato all’associazione American Heart Epidemiology and Prevention/Nutrition, Physical Activity and Metabolism. La ricerca ha dimostrato che bere 3 o 4 bibite light al giorno espone in misura maggiore al rischio di sviluppare cellule tumorali rispetto a chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno. Responsabili di ciò sono i dolcificanti artificiali che inquinerebbero i nostri organi, senza che il corpo riesca ad espellerli del tutto.
Esistono viceversa molti studi che “tranquillizzano” sull’assunzione dei dolcificanti, come quello pubblicato su Food and Chemical Toxicology, dove si è dimostrato che non c’è alcun collegamento fra aspartame e moltissime forme di cancro e malattie cardiache.
Come spesso capita, ci troviamo in bilico fra notizie preoccupanti e rassicuranti, ma ancora una volta ritengo che occorra raziocinio nell’affrontare l’argomento. Credo che nel mondo globale in cui viviamo le potenziali fonti di “inquinamento” siano tantissime, spesso ignorate (tipo le radiazioni). Occorre essere pragmatici e riconoscere che la differenza la fa il quantitativo assunto e la frequenza con cui viene fatta. Personalmente non sono un grande fautore delle bibite e non sono assolutamente convinto che bevande e cibi light siano la migliore risposta per il sovrappeso. Ma certamente non le demonizzo. Se invece parliamo di bambini o adolescenti, non ho dubbi: occorre usare bevande naturali e l’ideale sono i succhi di frutta senza zuccheri aggiunti o, grande potenzialità da riscoprire, i centrifugati di frutta e verdura. Tali bevande non sono a zuccheri zero, ma ritengo che il controllo glicemico insulinico (ancora più che quello calorico) sia possibile farlo con altre accortezze.
L’importanza dell’etichetta
Con la legge D.lgs 27/01/92 n. 109 vengono riportate le specifiche che devono essere obbligatoriamente riportate sull’etichetta:
- Nome del prodotto
- Elenco degli ingredienti
- Quantitativo (peso netto/peso sgocciolato)
- Termini di scadenza
- Azienda produttrice
- Lotto di appartenenza.
Modalità di conservazione (sia prima che dopo l’apertura) ed eventuale utilizzo. Secondo l’attuale legislazione, è obbligatorio elencare tutti gli ingredienti contenuti in un prodotto alimentare, compresi acqua e additivi, facendoli apparire in ordine decrescente in base al peso.
Anche se non è un obbligo di legge per i prodotti rientranti negli alimentari (ma lo è per i dietetici) è ormai consuetudine che ci sia la tabella nutrizionale. Sarebbe importante avere sia il contenuto per dose di prodotto (esempio una lattina) che per 100 g. La tabella dovrebbe riportare chiaramente anche la divisione fra grassi saturi e insaturi così come fra carboidrati semplici e complessi, sottolineando la presenza di fibre e polialcoli. Altro particolare: per dose di assunzione va riportata la % della RDA giornaliera.


martedì 3 dicembre 2013

fitness










Questa sezione ha l'obiettivo di spiegare cos’è un programma di fitness e come se ne possono trarre vantaggi. Una volta compresi i vantaggi potenziali e visto quanto può essere semplice un programma base di fitness, la prospettiva incuterà meno timore in coloro i quali sono decisamente fuori forma, o scatenerà addirittura gli entusiasmi in quanti sono già in discreta forma fisica.

UN PROGRAMMA Dl FITNESS?


Da tempo si è scoperto che l’attività fisica giova alla salute generale della persona, coniando un nuovo concetto di salute: quello di "salute potenziata".
Questo concetto, per ragioni di tipo culturale, nel nostro paese stenta a prendere piede.
Per perseguire l’obiettivo delle salute potenziata è necessario però che l’attività sia sapientemente personalizzata e giustamente calibrata in base alle caratteristiche dell’individuo "atleta" e superare quindi l'idea che a più lavoro corrisponda un maggiore beneficio. Quando ci alleniamo sottoponiamo il nostro organismo ad uno stress e affinché questo sia positivo bisogna che sia equilibrato rispetto al riposo e quindi stare attenti sia a non fare poco ma anche a non fare troppo.
Il concetto di fitness rappresenta cose diverse per persone diverse. Il dizionario definisce il "fitness" come benessere fisico e mentale. Noi possiamo definirlo come il mantenimento e il miglioramento delle condizioni fisiche e mentali. Uno dei modi per migliorare il proprio stato di salute è intraprendere un programma di fitness.
Un programma ben fatto comprende l'allenamento con i pesi, esercizi cardiovascolari, stretching e una dieta appropriata. Il programma articolato su queste quattro componenti è in grado di migliore potenza e resistenza muscolare, elasticità e capacità cardiovascolare.
Portare avanti con regolarità questi esercizi è il modo più efficiente per mantenere e migliorare la propria forma fisica.
Non va poi dimenticato che contrariamente ad ogni altra forma di sport, il Fitness non può e non deve nuocere alla salute. Infatti spesso l'esasperazione dell'agonismo può essere più nocivo che benefico.
QUALITA’ DI VITA
Migliorare la propria forma fisica vuol dire migliorare la qualità della propria vita. Intraprendere un programma di fitness può voler dire mutare stile di vita.
Pur non trasformando il fitness in una ossessione, gli esercizi vanno inseriti nelle attività della giornata almeno due o tre volte la settimana, dedicando dai 20 ai 60 minuti ad ogni sessione. Una tale quantità di attività fisica può sembrare davvero eccessiva per i sedentari incalliti. Chi ricade in questa categoria può aiutarsi, all’inizio, pensando in piccolo. La propria salute può migliorare di molto già con pochissimo esercizio, purché fatto regolarmente. È molto meglio fare poca attività ma con costanza che sottoporsi a sessioni lunghe ma incostanti. Per fare un esempio pratico, è meglio recarsi in palestra per 15 o 20 minuti ogni due o tre giorni per un periodo di cinque o sei mesi piuttosto che fare 5 o 6 giorni alla settimana per un mese.
Abbiamo detto che l’esercizio fisico può migliorare la qualità della vita. Il concetto di qualità della vita, naturalmente, può avere significati diversi per persone diverse. Fra le altre cose, può voler dire:
Avere più energia Un programma di fitness aumenta il livello di energia poiché innalza il metabolismo basale. Il metabolismo basale è la quantità di calorie consumate a riposo durante la giornata. Migliorando la propria forma fisica il proprio corpo diventa più efficiente e aumenta l’energia disponibile. Anche se può sembrare paradossale, sul lungo periodo l’esercizio fisico, invece di affaticare, fornisce maggiore energia.
Diventare più forti Un programma di fitness aumenta la potenza muscolare e la resistenza, poiché aumenta la massa muscolare e la densità scheletrica (prevenzione dell’osteoporosi). Il corpo diviene più forte, con benefici che si protraggono per il resto della propria vita. L’aumento della massa muscolare e della densità scheletrica non solo facilitano molte attività quotidiane, come trasportare i sacchetti della spesa o una valigia, ma possono prevenire danni fisici e incidenti.
Perdere grasso corporeo Un programma di fitness migliora la capacità del corpo di bruciare grasso e calorie. Anche l’esercizio cardiovascolare aumenta il dispendio di calorie. Consumare calorie mentre si fa esercizio aiuta ad eliminare i centimetri superflui e i chili di grasso in più.
Respirare più facilmente Un programma di fitness aiuta a respirare con maggior facilità. L’esercizio cardiovascolare aumenta la capacità polmonare, migliorando l’efficienza di tutto il sistema respiratorio.
Migliorare le capacità motorie Un programma di fitness aumenta la potenza muscolare, la resistenza cardiovascolare e l’elasticità. Queste qualità aiutano a raggiungere le capacità motorie necessarie per eccellere nelle attività fisiche e nello sport.
Contenere il rischio di malattie e infezioni Un programma di fitness eleva la capacità corporea di combattere malattie e infezioni. L’esercizio cardiovascolare, ad esempio, aiuta a diminuire la pressione sanguigna a riposo, che a sua volta riduce il rischio di attacchi cardiaci. E' ovvio che per raggiungere questi obiettivi il programma deve essere ben organizzato su basi scientifiche.
Diminuire il rischio di incidenti Un programma di fitness aumenta la potenza muscolare, la resistenza cardiovascolare, l’elasticità. Queste caratteristiche, a loro volta, rendono meno probabili incidenti durante la pratica di sport, l’esecuzione di esercizi fisici e anche nel corso di attività quotidiane come sollevare oggetti, camminare, correre per prendere l’autobus

lunedì 2 dicembre 2013

fit burlesque

FIT BURLESQUE: l'attività cardio dance al femminile!


Quando Ilona Restauri presentò, per la prima volta, i nuovi format del FitBurlesque sul palco di RiminiWellness l'entusiasmo che esplose tra il pubblico, nel cimentarsi con le divertenti sequenze coreografiche proposte, fu tale da confermare il valore di un'attività concepita per l'allenamento fisico ma che permette di ottenere qualcosa di più in termini di coinvolgimento emotivo.



I centri fitness che propongono il FitBurlesque tra i propri corsi cominciano ad essere in numero interessante,grazie alla formazione erogata a Milano e, su richiesta, presso i centri che desiderano certificare le proprie istruttrici.

 Nato dalla fusione del Burlesque con le tecniche derivanti della danza jazz e fitness musicale, il Fit Burlesque è frutto di un'esperienza professionale e fonde stili apparentemente diversi in un'attività coreografata che rappresenta la massima espressione della femminilità.
 Definirlo quindi la novità dell'anno è certamente riduttivo se con questo si pensa alla solita moda effimera che svanisce nel tempo di una stagione. Infatti basta dare un'occhiata su you tube per rendersi conto che il movimento delle appassionate a questa nuova disciplina stanno aumentando sempre più, grazie alla nostra formula vincente.
 Una disciplina che entra nell'universo femminile con sensualità e raffinatezza ma senza tradire quello che è l'obbiettivo principale: allenarsi divertendosi.
Quella di Fit Burlesque è una lezione in cui ogni partecipante si sente per un
attimo "unica", la "più bella", "meravigliosa" e non per compiacere qualcun altro ma semplicemente per piacere a se stessa, dove non contano né l'età né l'aspetto fisico ma solo la voglia di divertirsi