L’O.M.S.-Organizzazione
Mondiale della Sanità, il Ministero della salute, il CONI, importanti
ricercatori scientifici e la stampa specializzata sostengono ormai da tempo
l’importanza dell’attività sportiva nel miglioramento dello stato di salute
psico-fisico della popolazione.
I
soggetti che mantengono in sostanza uno stile di vita attivo hanno, infatti,
una minore probabilità di ammalarsi di malattie cardiovascolari, metaboliche
(diabete, obesità, ipercolesterolemia, malattie neurodegenerative) ed
osteoarticolari.
L’esercizio
fisico rappresenta, cioè, un vero e proprio “farmaco” estremamente efficace,
non solo nella prevenzione, ma anche nella cura di numerose patologie di cui
sopra.
Le
indicazioni provenienti dall’ultima indagine CONI - ISTAT riguardo l’attività
sportiva hanno purtroppo rivelato che ben 23 milioni di cittadini, pari al 40 %
della popolazione italiana, non praticano alcuna attività sportiva. Di questi 4
milioni sono obesi; tra i bambini 1 su 5 è obeso. Questa patologia, già
da sola, ha un costo per lo Stato di 23 milioni di euro. L’obesità è
infatti associata a rischi più elevati di malattie croniche e quindi
correlabile a costi sanitari addizionali. Si può pertanto ragionevolmente concludere
che l’obesità nei prossimi decenni sarà la causa principale dell’incremento dei
costi sanitari.
Ebbene,
alla luce di queste dominanti inconfutabili verità, oggi di dominio pubblico,
grazie all’ampia letteratura scientifica ed alla massiccia azione dei più importanti
mezzi di comunicazione (carta stampata, televisione) le Istituzioni, al di là
della costituzione di sterili commissioni e delle immancabili buone intenzioni,
non sono riuscite fino ad oggi ad avviare nessuna iniziativa volta a favorire
in qualche misura la pratica delle attività salutistiche nella popolazione.
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